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L'AFGANISTAN NON IMPORTA PIU' A NESSUNO
L'Occidente ricorda l'11 settembre di vent'anni a NewYork prima con un
bel sospiro di sollievo. Finalmente s'è liberato di quel costoso
ingombro che è stato per cinque lustri l'Afganistan. Costoso
moralmente ed economicamente ma assai redditizio per l'industria delle
armi. Adesso s'arrangi l'ONU a mandare un po' di aiuti per tenere in
piedi una popolazione che già fino ieri doveva saltare quattro
pasti su dieci. Non tutti ovviamente: perché come in tutte le economie
di guerra li sopravvivevano benissimo con la borsa nera sugli aiuti
stranieri e con l'oppio. Vi sembreremo cinici nel fare questi
ragionamenti davanti ai 2996 morti per i fatti dell'11.09.2001. Il
sospiro di sollievo dell'Occidente è accompagnato dalla
rassegnazione se non dall'ignavia degli Afgani che non hanno mosso
sopracciglio dal cambio di regime. Vero che i media occidentali hanno
dato qualche risalto alle proteste delle donne (pochissime) ma
gli Afgani in gran parte sono rimasti dov'erano fino ieri: a patire
fame miseria malattie. Piccole parti sono scappate condotte fuori dei
ponti aerei occidentali ed una buona parte si sono diretti verso
gli altri tre paesi –meno di tutti verso l'Iran- che circondano
l'Afganistan. Non stiamo qui a dire che gli Afgani sarebbero
stati dei codardi che si sono consegnati senza combattere ai talibani.
A parte la tragicomica di Massud. Ma è successo così e
l'ipocrisia degli Occidentali nel non rilevare il fatto deriva dalla
consapevolezza che USA&NATO avevano messo in piedi un tale sistema
corrotto che non poteva che sfasciarsi di botto appena si sarebbe
interrotto il latte per la corruzione imperante co-gestita dagli
USA&NATO.
Chiunque può aprire una mappa de quei paesi – Afganistan Pakistan
Tajikistam Uzbekistan Turkemenistan ed Iran e vedere la
autorappresentazioni dei ristoranti di quelle capitali per scoprire che
i clienti raffigurati sono per il 999/1000 tutti e soli maschi.
Pochissime le donne e in massima parte anziane coi nipotini. Quando
rilevi che anche nell'Afganistan questa rappresentazione è
assolutamente prevalente comprendi che tutta la rappresentazione di una
società in via di democratizzazione è solo propaganda. Certo che
le faccende andavano meglio di vent'anni prima ma… meglio quanto?.
Perché poi è quel “quanto” che spiega il crollo di netto di quel paese
nella mani di chi non l'aveva mai mollato perché ne
deteneva sia gran parte della distribuzione degli aiuti che –
soprattutto!- erano perfettamente simbiotici popolo e
talibani per la cultura e la religione prima ancora che
dell'etnia.
Dopo l'11 settembre, una concezione bellicosa di libertà diede avvio
alla «guerra al terrore», che si tradusse in guerre in Afghanistan e
Iraq e interventi militari in Libia, Siria, Yemen, Somalia, Etiopia e
nelle Filippine. Nel 2020, il progetto della Brown University il costo
della guerra stimava che tali sforzi avevano causato 480.000 morti e
costretto alla fuga 37 milioni di persone. Le detenzioni illegali, la
tortura dell'acqua, le prigioni segrete, Guantanamo Bay e Abu Ghraib
sono solo alcune voci sulla lista di abusi vergognosi perpetrati dagli
Stati Uniti. In patria, il Patriot Act autorizzava una rete di
sorveglianza segreta estesa, deportazioni per panali errori sui visti
d'ingresso, l'arresto in massa dei musulmani, e la registrazione
obbligatoria di tutti i maschi al di sopra dei 16 anni provenienti da
26 Paesi, 25 dei quali a maggioranza islamica (il governo Bush, a
quanto pare, non riusciva a immaginare l'esistenza di donne terroriste
...). Lo scrive Siri Hustvedt, 66 anni nel libro «Ricordi del futuro»
(Einaudi).
Interessante la notazione:” il governo Bush, a quanto pare, non
riusciva a immaginare l'esistenza di donne terroriste” che dimostra
come gli USA non fossero e non siano ancora convinti che pure i
terroristi siano in grado di guidare un aereo e usarlo come proiettile.
E dire che gli avevano appena fatto un disastro di tremila vittime. Se
non comprendi e sottovaluti razzisticamente certi aspetti
dell'avversario ne uscirai sempre sconfitto.
Meglio quindi che la NATO&USA se ne siano andati dall'Afganistan
anche se d'ora in poi il mondo non ha più punti più o meno solidi
di riferimento. Perché i due punti di riferimento sono il numero
degli abitanti e il deterrente nucleare. Che non è misurabile ma solo
stimabile e quindi ieri come oggi la pace si regge sull'equilibrio del
terrore dal momento che finché c'è da smaltire materiale bellico
obsoleto in guerriciole locali non c'è problema ma quando c'è di mezzo
la soluzione atomica finale, forse il buonsenso ferma il passo
successivo. Fa un po' pena chi suggerisce la creazione di un esercito
europeo pensando che le due uniche potenze nucleari sono Francia e
Inghilterra (ma è ancora in Europa?) e forse solo USA CINA e Russia
sanno meglio di altri se quelle due dispongono solo di qualche
tirasassi oppure di un vero e proprio deterrente. Noi siamo convinti
che sia più l'immagine che la sostanza.
La Germania Orientale cadde perché la televisione occidentale demolì
ogni aspetto del sistema DDR. Non ci fu bisogno di armi: bastò la
televisione. Penso che il miglior investimento per costruire nazioni
democratiche oggi sia la rete che arriva dappertutto dal satellite. Gli
afgani erano-sono in massa convinti che il modello talebano sia
migliore di quello creato dal NATO&USA. Nei paesi arabi
musulmani si vince non con le armi ma proponendo dei modelli di civiltà
che non è fatta solo delle bottiglie di cocacola e della pizza (come si
vedono nei locali di quei paesi) ma di un complesso di valori che alla
fine sconfigge la sharia. Magari a noi europei più che un esercito
occorre un sistema di satelliti ben piazzati. Costa meno e produce
migliori risultati.olari qualifiche costa.
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CARLO MAGNO AVEVA COPIATO DAI ROMANI E DURA FINO ALLA SCOPERTA DELL'AMERICA. ASTINO STA A CAVALLO
La cambretta che tiene legato l’uno all’altro a quell’altro è
l’avv. Rodeschini presidente di Arketipos la società mista tra privati
e Comune di Bergamo che organizza il LANDSCAPE FESTIVAL I MAESTRI del
PAESAGGIO, il quale avvocato è anche consigliere della
MIA-Congregazione Misericordia Maggiore proprietaria del fondo di
Astino su una porzione del quale insiste la Valle della Biodiversità
che è una Sezione dell’Orto Botanico Lorenzo Rota di Bergamo. Il
progetto promosso da Fondazione Misericordia Maggiore di Bergamo – MIA
dal titolo: “La biodiversità dentro la città: la Val d’Astino di
Bergamo” è il vincitore del Premio Nazionale del Paesaggio 2021. Il
progetto sarà anche il candidato italiano al Premio del Paesaggio del
Consiglio d’Europa. L’importante Premio Nazionale del Paesaggio 2021,
promosso dal Ministero della Cultura, è stato assegnato a “La
biodiversità dentro la città: la Val d’Astino di Bergamo.
Donatella Tiraboschi dedica una pagina del Corriere Bergamo al convegno
dell’Université d’Eté nell’ambito della manifestazione de i Maestri del
Paesaggio e racconta dell’intervento del prof. Riccardo Rao , docente
di Storia Medie¬vale e Storia del Paesaggio al¬l’Università di Bergamo,
tra i relatori, con un focus proprio su Astino. «In una celebre
di¬sposizione di Carlo Magno, il Capitolare de Villis, con cui veniva
regolata la gestione delle sue enormi aziende sparse per l’impero, si
stabili¬va che vi dovessero sempre essere in ciascuna meli, peri e
pruni di diverse specie. In particolare, la norma preve¬deva che
dovessero essere col¬tivate una grande varietà di mele, indicate per
nome, al¬cune dolci altre aspre, alcune di maturazione precoce, altre
tardiva. Si riteneva infatti che diversificando le specie fosse più
semplice proteggersi dal rischio delle calamità naturali che potevano
danneggiare il raccolto, dalle grandinate alle malattie: non si puntava
dun¬que sulla produzione intensi¬va, ma sulla diversificazione. Astino,
fin dall’ insediamento dei monaci, ha seguito questa scia». La macchina
del tempo offre una visione affascinante.
L’articolo non dice che il Capitolare de Villis è un manoscritto non
datato e gli storici considerano che la sua stesura risalga ad un
periodo compreso tra il 770 e l'813. E’ una legge emanata negli ultimi
anni del regno di Carlo Magno, verso la fine dell'VIII secolo, per
disciplinare le attività rurali, agricole e commerciali delle aziende
agricole dell'impero o ville.
Peccato che il Monastero di Astino sia stato fondato verso il 1100 dai
monaci vallombrosani e 3 secoli dopo ci sia stata la conquista
dell’America e pochi decenni dopo (la conquista dell’America) venne
realizzato il prolungamento di un ramo della Roggia Serio che da Borgo
S.Caterina correva ai piedi del colle di città alta,
circumnavigava il dosso della Benaglia, faceva un ampio giro nel
fondovalle di Astino per poi sfociare a Curno sulla dorsale che
scendeva dal Gussa per avviarsi a scaricare nel Brembo a ovest e nel
Quisa a NO.
Questo per dire che ai tempi di Carlo Magno il monastero non
esisteva nemmeno e il compendio di Astino era sostanzialmente formato
dai boschi mentre in basso era una palude rimasta tale fino allo scavo
della roggia. Insignificante era anche l’entità della popolazione
gravitante sul compendio la cui sopravvivenza era quella descritta per
il alto e Medio Evo.
Mancavano il mais e il riso. Non c’erano bovini. Nell’orto non c’erano
patate pomodori. Non c’era il tabacco. L’innesto delle piante da frutto
dava scarsissimi risultati dal momento che c’erano pochissimi bionti in
alternativa.
Peccato che il Capitolare de Villis non sia originale dal momento
che le regole ivi dettate “la norma preve¬deva che dovessero essere
col¬tivate una grande varietà di mele, indicate per nome, al¬cune dolci
altre aspre, alcune di maturazione precoce, altre tardiva. Si riteneva
infatti che diversificando le specie fosse più semplice proteggersi dal
rischio delle calamità naturali che potevano danneggiare il raccolto,
dalle grandinate alle malattie: non si puntava dun¬que sulla produzione
intensi¬va, ma sulla diversificazione” non riproducesse altro che
quanto i Romani avevano già scritto. Del resto viste le
condizioni non c’erano alternative anche perché – basta scorrere la
storia della varie abbazie- nei tre secoli tra la fondazione di Astino
e la scoperta dell’America accaddero spesso tempeste di fuoco che
distrussero non solo la natura ma decimarono la popolazione.
Collegare quindi la biodiversità della zona di Astino a quella attuale
(della c.d. Valle della Biodiversità) mi pare davvero eccesivo dal
momento che almeno fino alla fine della seconda guerra mondiale
(1945) la biodiversità si mantenne identica per due periodi (1)
fino a dopo la conquista dell’America per poi (2) modificarsi
integrarsi con quel che l’America fece scoprire ai nostri. La
biodiversità comincia a ridursi quando l’America, (3) a seguito della
Liberazione dell’Europa, provvede a saccheggiare la nazioni “liberate”
di tutto quel che ritiene utile a e stessa come bottino di guerra. Un
esempio banale: l’uva apirene viene scoperta dagli USA sulle colline
laziali, scompare dai mercati italiani fino a pochi anni or sono per
tornarvi targata USA.
Oggi la valle della Biodiversità serve all’uomo urbanizzato a conoscere
un po’ delle piante che gli procurerebbero da mangiare salvo poi che
l’uomo mangia cose del tutto differenti da quelle che vede nella Valle
della Biodiversità. Questa esposizione serve come alibi all’industria
alimentare (e non parliamo della carne…) dal momento che qui vede una
cosa e poi al ristorante o alla esselunga o nella bottega sotto
casa ed anche sul banchetto del km zero troverà un prodotto del tutto
differente. La biodiversità ( del mais) è ad Azzano san Paolo
presso il CREA.
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IL PAESE BELLO DA VIVERE
L'assessora Ivana Rota è intervenuta con un like ad una critica di una
signora (moglie di un componente la protezione civile curnese?) al
nostro invito al Comune di utilizzare prima di tutto le imprese
professionali presenti in paese, invece di chiamare la PC che non può
essere esperta e capace di fare tutto. Le abbiamo risposto che in tutti
i mestieri non basta la buona volontà ma occorre la debita
professionalità. Che neanche in tempi di pandemia in giunta l'hanno
appresa. Che l'assessora ritenga la PC capace sia di tenere le file dei
pensionati da vaccinare come di potare gli alberi lesionati dagli
straventi è una sua idea ma… .
Il Comune di Curno venne colpito nel 2016 dall'allaga- mento della
Rodari ma in generale tutto il Paese da almeno una mezza dozzina d'anni
è alle prese coi danni di vari straventi che incombono “causa crisi
climatica”. Curno poi – che siano le nevicate che siano i temporali
estivi- si dimostra SEMPRE del tutto impreparato a farvi fronte. Nel
frattempo s'è scoperto che pure le fognature della Rodari non
scaricano… nonostante abbiano DUE allacciamenti alla fogna comunale. Il
maltempo ci frega sempre. Pure in via Europa.
La questione è che se i capitolati d'appalto per la manutenzione dei
beni comunali sono fatti da poco competenti, ovvio che poi bisogna
mettere le pezze laddove il contratto non prevede intervento
dell'impresa che ha vinto l'appalto.
Nel “mitico” contratto di manutenzione dei beni comunali
–strombazzato dalla sindaca come qualcosa di avveniristico e
risolutivo- bastava inserire la clausola dell'immediato intervento in
caso di necessità e la PC restava a tenere in fila i pensionati
senza dovere fare da boscaiolo incompetente o levare (segretamente?)
l'acqua che alluviona (per la seconda volta) la scuola.
Come del resto è incompetente l'impresa che ha capitozzato le piante comunali.
Non solo. Nei casi di stravento come nei casi di nevicata basterebbe
che qualche assessore dedicasse un po' di tempo a contattare (prima) i
coltivatori del paese (che invece vengono contattati dalle imprese di
spazzamento e vanno a lavorare in altri comuni…) per non rimediare
puntualmente ad ogni nevicata i soliti disservizi.
Siamo ridotti come il medico che cura gli estranei e lascia schiattare moglie e figli.
Come la capocciata di affidare la ristrutturazione/riassegnazione
del CVI2 alla dirigente dei servizi sociali salvo scoprire a lavori
iniziati che il progetto muratorio e organizzativo era fatto coi piedi.
Ma la colpa sarebbe degli operai terroni che non sanno fare il mestiere
e nemmeno si fanno avanti a farsi sfruttare.
Il consigliere delegato allo sport Francesco Sala ha ritenuto di
intervenire sull'ironico post della panchina da 1800 euro per il campo
di calcio del CVI1. Pare che detta lussuosa panchina –che sia fatta a
mo' di baldacchino dell'Assunta?- sia stata danneggiata dallo stravento
e quindi le sacre chiappe dell'allenatore della squadra non potrebbero
posarsi secondo i debiti regolamenti. A parte il fatto che a bordo
campo ci dovrebbero stare due panchine non si comprende come mai,
benché a distanza di una cinquantina di metri l'una dall'altra, solo
una sia stata travolta. E' un Giove pluvio è malizioso. Quello che il
consigliere delegato allo sport non ha compreso è che basta
p.e. guardare alle miserrime panchine nel parco Chiesa o
Briaschi –quattro assi in croce- per stupirsi che laddove stanno i
cittadini per molte ore siano di una bruttezza e scomodità spaventosa
mentre per far sedere un dirigente sportivo due ore ogni due settimane
hanno speso 1800 euro. C'è culo e culo insomma.
Agli inizi d'agosto vedemmo le inutili capitozzate inferte a un
oleandro davanti al panificio. Passato un mese ecco che non contenti
della prima mala-opera hanno deciso di concludere il danno. Chi sia
stato a fare il danno è ignoto ma una mezza idea ce l'abbiamo.
Mai visto potare gli alberi il mese di agosto ma le madamine
ambientaliste della maggioranza hanno emessa un'altra ordinanza contro
i cittadini colpevoli di non tagliare l'erba nei propri giardini, lungo
i muretti di cinta e nemmeno le fresche frasche aggettanti. Pene
previste per i contravventori da 25 a 500 euro. Già: alla faccia di chi
coltiva la biodiversità. E con le facciate di certi fabbricati alle
Crocette come la mettiamo? E con quelle della chiesa a nord come la
mettiamo? E con la pavimentazione dell'ax area mercato come la
mettiamo? E quegli edifici che stanno sorgendo numerosi qui e la che
paiono usciti da una palestra di bodybuilding quelli vanno bene perché
consentono di incassare soldini per fare della carità elettoralmente
utile? Mostricciattoli fuori scala rispetto al contesto per una
“oculata dimenticanza” della vostra maggioranza di ridurre quanto
previsto da una pessima legge regionale? Il brutto è solo dei poveri
mentre i ricchi se la filano via liscia? .
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