A GUARDARE ALLE COLLINE  12 SETTEMBRE 2021

























































Di cosa parliamo in questa pagina.




















I MORTI NON VOTANO


L'AFGANISTAN NON IMPORTA PIU' A NESSUNO
L'Occidente ricorda l'11 settembre di vent'anni a NewYork prima con un bel sospiro di sollievo. Finalmente s'è liberato di quel costoso ingombro che è stato  per cinque lustri l'Afganistan. Costoso moralmente ed economicamente ma assai redditizio per l'industria delle armi. Adesso s'arrangi l'ONU a mandare un po' di aiuti per tenere in piedi una popolazione  che già fino ieri doveva saltare quattro pasti su dieci. Non tutti ovviamente: perché come in tutte le economie di guerra li sopravvivevano benissimo con la borsa nera sugli aiuti stranieri e con l'oppio. Vi sembreremo cinici nel fare questi ragionamenti davanti ai 2996 morti per i fatti dell'11.09.2001. Il sospiro di sollievo dell'Occidente  è accompagnato dalla rassegnazione se non dall'ignavia degli Afgani che non hanno mosso sopracciglio dal cambio di regime. Vero che i media occidentali hanno dato  qualche risalto alle proteste delle donne (pochissime) ma gli Afgani in gran parte sono rimasti dov'erano fino ieri: a patire fame miseria malattie. Piccole parti sono scappate condotte fuori dei ponti aerei occidentali ed una  buona parte si sono diretti verso gli altri tre paesi –meno di tutti verso l'Iran- che circondano l'Afganistan. Non stiamo qui a dire che  gli Afgani sarebbero stati dei codardi che si sono consegnati senza combattere ai talibani. A parte la tragicomica di Massud.
(....)

CARLO MAGNO AVEVA COPIATO DAI ROMANI E DURA FINO ALLA SCOPERTA DELL'AMERICA. ASTINO STA A CAVALLO
La cambretta che tiene  legato l’uno all’altro a quell’altro è l’avv. Rodeschini presidente di Arketipos la società mista tra privati e Comune di Bergamo che organizza il LANDSCAPE FESTIVAL I MAESTRI del PAESAGGIO, il quale avvocato è anche consigliere della MIA-Congregazione Misericordia Maggiore proprietaria del fondo di Astino su una porzione del quale insiste la Valle della Biodiversità che è una Sezione dell’Orto Botanico Lorenzo Rota di Bergamo. Il progetto promosso da Fondazione Misericordia Maggiore di Bergamo – MIA dal titolo: “La biodiversità dentro la città: la Val d’Astino di Bergamo” è il vincitore del Premio Nazionale del Paesaggio 2021. Il progetto sarà anche il candidato italiano al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa. L’importante Premio Nazionale del Paesaggio 2021, promosso dal Ministero della Cultura, è stato assegnato a “La biodiversità dentro la città: la Val d’Astino di Bergamo.
(...)

IL PAESE BELLO DA VIVERE
L'assessora Ivana Rota è intervenuta con un like ad una critica di una signora (moglie di un componente la protezione civile curnese?) al nostro invito al Comune di utilizzare prima di tutto le imprese professionali presenti in paese, invece di chiamare la PC che non può essere esperta e capace di fare tutto. Le abbiamo risposto che in tutti i mestieri non basta la buona volontà ma occorre la debita professionalità. Che neanche in tempi di pandemia in giunta l'hanno appresa. Che l'assessora ritenga la PC capace sia di tenere le file dei pensionati da vaccinare come di potare gli alberi lesionati dagli straventi è una sua idea ma… .
(....)



















































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!







































































































































































































































L'AFGANISTAN NON IMPORTA PIU' A NESSUNO
L'Occidente ricorda l'11 settembre di vent'anni a NewYork prima con un bel sospiro di sollievo. Finalmente s'è liberato di quel costoso ingombro che è stato  per cinque lustri l'Afganistan. Costoso moralmente ed economicamente ma assai redditizio per l'industria delle armi. Adesso s'arrangi l'ONU a mandare un po' di aiuti per tenere in piedi una popolazione  che già fino ieri doveva saltare quattro pasti su dieci. Non tutti ovviamente: perché come in tutte le economie di guerra li sopravvivevano benissimo con la borsa nera sugli aiuti stranieri e con l'oppio. Vi sembreremo cinici nel fare questi ragionamenti davanti ai 2996 morti per i fatti dell'11.09.2001. Il sospiro di sollievo dell'Occidente  è accompagnato dalla rassegnazione se non dall'ignavia degli Afgani che non hanno mosso sopracciglio dal cambio di regime. Vero che i media occidentali hanno dato  qualche risalto alle proteste delle donne (pochissime) ma gli Afgani in gran parte sono rimasti dov'erano fino ieri: a patire fame miseria malattie. Piccole parti sono scappate condotte fuori dei ponti aerei occidentali ed una  buona parte si sono diretti verso gli altri tre paesi –meno di tutti verso l'Iran- che circondano l'Afganistan. Non stiamo qui a dire che  gli Afgani sarebbero stati dei codardi che si sono consegnati senza combattere ai talibani. A parte la tragicomica di Massud.  Ma è successo così e l'ipocrisia degli Occidentali nel non rilevare il fatto deriva dalla consapevolezza che USA&NATO avevano messo in piedi un tale sistema corrotto che non poteva che sfasciarsi di botto appena si sarebbe interrotto il latte per la corruzione imperante co-gestita dagli USA&NATO.
Chiunque può aprire una mappa de quei paesi – Afganistan Pakistan Tajikistam Uzbekistan Turkemenistan ed Iran e vedere la autorappresentazioni dei ristoranti di quelle capitali per scoprire che i clienti raffigurati sono per il 999/1000 tutti e soli maschi. Pochissime le donne e in massima parte anziane coi nipotini. Quando rilevi che anche nell'Afganistan questa rappresentazione è assolutamente prevalente comprendi che tutta la rappresentazione di una società  in via di democratizzazione è solo propaganda. Certo che le faccende andavano meglio di vent'anni prima ma… meglio quanto?. Perché poi è quel “quanto” che spiega il crollo di netto di quel paese nella mani di chi  non l'aveva mai mollato perché ne deteneva  sia gran parte della distribuzione degli aiuti che – soprattutto!- erano perfettamente simbiotici  popolo e talibani  per la cultura e la religione prima ancora che dell'etnia.
Dopo l'11 settembre, una concezione bellicosa di libertà diede av­vio alla «guerra al terrore», che si tradusse in guerre in Afghanistan e Iraq e interven­ti militari in Libia, Siria, Ye­men, Somalia, Etiopia e nelle Filippine. Nel 2020, il proget­to della Brown University il costo della guerra stimava che tali sforzi ave­vano causato 480.000 morti e costretto alla fuga 37 milioni di persone. Le detenzioni ille­gali, la tortura dell'acqua, le prigioni segre­te, Guantanamo Bay e Abu Ghraib sono solo alcune voci sulla lista di abusi vergognosi perpetrati dagli Stati Uniti. In patria, il Patriot Act autorizzava una rete di sorveglianza se­greta estesa, deportazioni per panali errori sui visti d'ingres­so, l'arresto in massa dei mu­sulmani, e la registrazione obbligatoria di tutti i maschi al di sopra dei 16 anni provenienti da 26 Paesi, 25 dei quali a maggioranza islamica (il go­verno Bush, a quanto pare, non riusciva a immaginare l'esistenza di donne terroriste ...). Lo scrive Siri Hustvedt, 66 anni nel libro «Ricordi del futuro» (Einaudi).
Interessante la notazione:” il go­verno Bush, a quanto pare, non riusciva a immaginare l'esistenza di donne terroriste” che dimostra come gli USA non fossero e non siano ancora convinti che pure i terroristi siano in grado di guidare un aereo e usarlo come proiettile. E dire che gli avevano appena fatto un disastro di tremila vittime. Se non comprendi  e sottovaluti razzisticamente certi aspetti dell'avversario ne uscirai sempre sconfitto.

Meglio quindi che la NATO&USA se ne siano andati dall'Afganistan anche se d'ora in poi il mondo non ha più punti più o meno solidi di  riferimento. Perché i due punti di riferimento sono il numero degli abitanti e il deterrente nucleare. Che non è misurabile ma solo stimabile e quindi ieri come oggi la pace si regge sull'equilibrio del terrore dal momento che finché c'è da smaltire materiale bellico obsoleto in guerriciole locali non c'è problema ma quando c'è di mezzo la soluzione atomica finale, forse il buonsenso ferma il passo successivo. Fa un po' pena chi suggerisce la creazione di un esercito europeo pensando che le due uniche potenze nucleari sono Francia e Inghilterra (ma è ancora in Europa?) e forse solo USA CINA e Russia sanno meglio di altri se quelle due dispongono solo di qualche tirasassi oppure di un vero e proprio deterrente. Noi siamo convinti che sia più l'immagine che la sostanza.

La Germania Orientale cadde perché la televisione occidentale demolì ogni aspetto del sistema DDR. Non ci fu bisogno di armi: bastò la televisione. Penso che il miglior investimento per costruire nazioni democratiche oggi sia la rete che arriva dappertutto dal satellite. Gli afgani erano-sono in massa convinti che il modello talebano sia migliore  di quello creato dal NATO&USA. Nei paesi arabi musulmani si vince non con le armi ma proponendo dei modelli di civiltà che non è fatta solo delle bottiglie di cocacola e della pizza (come si vedono nei locali di quei paesi) ma di un complesso di valori che alla fine sconfigge la sharia. Magari a noi europei più che un esercito occorre un sistema di satelliti ben piazzati. Costa meno e produce migliori risultati.olari qualifiche costa.


CARLO MAGNO AVEVA COPIATO DAI ROMANI E DURA FINO ALLA SCOPERTA DELL'AMERICA. ASTINO STA A CAVALLO
La cambretta che tiene  legato l’uno all’altro a quell’altro è l’avv. Rodeschini presidente di Arketipos la società mista tra privati e Comune di Bergamo che organizza il LANDSCAPE FESTIVAL I MAESTRI del PAESAGGIO, il quale avvocato è anche consigliere della MIA-Congregazione Misericordia Maggiore proprietaria del fondo di Astino su una porzione del quale insiste la Valle della Biodiversità che è una Sezione dell’Orto Botanico Lorenzo Rota di Bergamo. Il progetto promosso da Fondazione Misericordia Maggiore di Bergamo – MIA dal titolo: “La biodiversità dentro la città: la Val d’Astino di Bergamo” è il vincitore del Premio Nazionale del Paesaggio 2021. Il progetto sarà anche il candidato italiano al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa. L’importante Premio Nazionale del Paesaggio 2021, promosso dal Ministero della Cultura, è stato assegnato a “La biodiversità dentro la città: la Val d’Astino di Bergamo.
Donatella Tiraboschi dedica una pagina del Corriere Bergamo al convegno dell’Université d’Eté nell’ambito della manifestazione de i Maestri del Paesaggio e racconta dell’intervento del prof. Riccardo Rao , docente di Storia Medie¬vale e Storia del Paesaggio al¬l’Università di Bergamo, tra i relatori, con un focus proprio su Astino. «In una celebre di¬sposizione di Carlo Magno, il Capitolare de Villis, con cui veniva regolata la gestione delle sue enormi aziende sparse per l’impero, si stabili¬va che vi dovessero sempre essere in ciascuna meli, peri e pruni di diverse specie. In particolare, la norma preve¬deva che dovessero essere col¬tivate una grande varietà di mele, indicate per nome, al¬cune dolci altre aspre, alcune di maturazione precoce, altre tardiva. Si riteneva infatti che diversificando le specie fosse più semplice proteggersi dal rischio delle calamità naturali che potevano danneggiare il raccolto, dalle grandinate alle malattie: non si puntava dun¬que sulla produzione intensi¬va, ma sulla diversificazione. Astino, fin dall’ insediamento dei monaci, ha seguito questa scia». La macchina del tempo offre una visione affascinante.
L’articolo non dice che il Capitolare de Villis è un manoscritto non datato e gli storici considerano che la sua stesura risalga ad un periodo compreso tra il 770 e l'813. E’ una legge emanata negli ultimi anni del regno di Carlo Magno, verso la fine dell'VIII secolo, per disciplinare le attività rurali, agricole e commerciali delle aziende agricole dell'impero o ville.
Peccato che il Monastero di Astino sia stato fondato verso il 1100 dai monaci vallombrosani e  3 secoli dopo ci sia stata la conquista dell’America e pochi decenni dopo (la conquista dell’America) venne realizzato il prolungamento di un ramo della Roggia Serio che da Borgo S.Caterina correva ai piedi del colle di città alta, circumnavigava  il dosso della Benaglia, faceva un ampio giro nel fondovalle di Astino per poi sfociare a Curno sulla dorsale che scendeva dal Gussa per avviarsi a scaricare nel Brembo a ovest e nel Quisa a NO.
Questo per dire che ai tempi di Carlo Magno  il monastero non esisteva nemmeno e il compendio di Astino era sostanzialmente formato dai boschi mentre in basso era una palude rimasta tale fino allo scavo della roggia. Insignificante era  anche l’entità della popolazione gravitante sul compendio la cui sopravvivenza era quella descritta per il alto e Medio Evo.
Mancavano il mais e il riso. Non c’erano bovini. Nell’orto non c’erano patate pomodori. Non c’era il tabacco. L’innesto delle piante da frutto dava scarsissimi risultati dal momento che c’erano pochissimi bionti in alternativa.
Peccato che il Capitolare de Villis non sia  originale dal momento che le regole ivi dettate “la norma preve¬deva che dovessero essere col¬tivate una grande varietà di mele, indicate per nome, al¬cune dolci altre aspre, alcune di maturazione precoce, altre tardiva. Si riteneva infatti che diversificando le specie fosse più semplice proteggersi dal rischio delle calamità naturali che potevano danneggiare il raccolto, dalle grandinate alle malattie: non si puntava dun¬que sulla produzione intensi¬va, ma sulla diversificazione” non riproducesse altro che quanto  i Romani avevano già scritto. Del resto viste le condizioni non c’erano alternative anche perché – basta scorrere la storia della varie abbazie- nei tre secoli tra la fondazione di Astino e la scoperta dell’America accaddero spesso tempeste di fuoco che distrussero non solo la natura ma decimarono la popolazione.
Collegare quindi la biodiversità della zona di Astino a quella attuale (della c.d. Valle della Biodiversità) mi pare davvero eccesivo dal momento che almeno fino alla fine della seconda guerra mondiale (1945)  la biodiversità si mantenne identica per due periodi (1) fino a dopo la conquista dell’America per poi (2) modificarsi integrarsi con quel che l’America fece scoprire ai nostri. La biodiversità comincia a ridursi quando l’America, (3) a seguito della Liberazione dell’Europa, provvede a saccheggiare la nazioni “liberate” di tutto quel che ritiene utile a e stessa come bottino di guerra. Un esempio banale: l’uva apirene viene scoperta dagli USA sulle colline laziali, scompare dai mercati italiani fino a pochi anni or sono per tornarvi targata USA.
Oggi la valle della Biodiversità serve all’uomo urbanizzato a conoscere un po’ delle piante che gli procurerebbero da mangiare salvo poi che l’uomo mangia cose del tutto differenti da quelle che vede nella Valle della Biodiversità. Questa esposizione serve come alibi all’industria alimentare (e non parliamo della carne…) dal momento che qui vede una cosa  e poi al ristorante o alla esselunga o nella bottega sotto casa ed anche sul banchetto del km zero troverà un prodotto del tutto differente.  La biodiversità ( del mais) è ad Azzano san Paolo presso il CREA.

IL PAESE BELLO DA VIVERE
L'assessora Ivana Rota è intervenuta con un like ad una critica di una signora (moglie di un componente la protezione civile curnese?) al nostro invito al Comune di utilizzare prima di tutto le imprese professionali presenti in paese, invece di chiamare la PC che non può essere esperta e capace di fare tutto. Le abbiamo risposto che in tutti i mestieri non basta la buona volontà ma occorre la debita professionalità. Che neanche in tempi di pandemia in giunta l'hanno appresa. Che l'assessora ritenga la PC capace sia di tenere le file dei pensionati da vaccinare come di potare gli alberi lesionati dagli straventi è una sua idea ma… .
Il Comune di Curno venne colpito nel 2016 dall'allaga- mento della Rodari ma in generale tutto il Paese da almeno una mezza dozzina d'anni è alle prese coi danni di vari straventi che incombono “causa crisi climatica”. Curno poi – che siano le nevicate che siano i temporali estivi- si dimostra SEMPRE del tutto impreparato a farvi fronte. Nel frattempo s'è scoperto che pure le fognature della Rodari non scaricano… nonostante abbiano DUE allacciamenti alla fogna comunale. Il maltempo ci frega sempre. Pure in via Europa.
La questione è che se i capitolati d'appalto per la manutenzione dei beni comunali sono fatti da poco competenti, ovvio che poi bisogna mettere le pezze laddove il contratto non prevede intervento dell'impresa che ha vinto l'appalto.
Nel “mitico” contratto di manutenzione dei beni  comunali –strombazzato dalla sindaca come qualcosa di avveniristico e risolutivo- bastava inserire la clausola dell'immediato intervento in caso di necessità e la PC  restava a tenere in fila i pensionati senza dovere fare da boscaiolo incompetente o levare (segretamente?) l'acqua che alluviona (per la seconda volta) la scuola.
Come del resto è incompetente l'impresa che ha capitozzato le piante comunali.
Non solo. Nei casi di stravento come nei casi di nevicata basterebbe che qualche assessore dedicasse un po' di tempo a contattare (prima) i coltivatori del paese (che invece vengono contattati dalle imprese di spazzamento e vanno a lavorare in altri comuni…) per non rimediare puntualmente ad ogni nevicata  i soliti disservizi.
Siamo ridotti come il medico che cura gli estranei e lascia schiattare moglie e figli.
Come  la capocciata di affidare la ristrutturazione/riassegnazione del CVI2 alla dirigente dei servizi sociali salvo scoprire a lavori iniziati che il progetto muratorio e organizzativo era fatto coi piedi. Ma la colpa sarebbe degli operai terroni che non sanno fare il mestiere e nemmeno si fanno avanti a farsi sfruttare.


Il consigliere delegato allo sport Francesco Sala ha ritenuto di intervenire sull'ironico post della panchina da 1800 euro per il campo di calcio del CVI1. Pare che detta lussuosa panchina –che sia fatta a mo' di baldacchino dell'Assunta?- sia stata danneggiata dallo stravento e quindi le sacre chiappe dell'allenatore della squadra non potrebbero posarsi secondo i debiti regolamenti. A parte il fatto che a bordo campo ci dovrebbero stare due panchine non si comprende come mai, benché a distanza di una cinquantina di metri l'una dall'altra, solo una sia stata travolta. E' un Giove pluvio è malizioso. Quello che il consigliere delegato allo sport non ha compreso  è che basta p.e.  guardare  alle miserrime panchine nel parco Chiesa o Briaschi –quattro assi in croce- per stupirsi che laddove stanno i cittadini per molte ore siano di una bruttezza e scomodità spaventosa mentre per far sedere un dirigente sportivo due ore ogni due settimane hanno speso 1800 euro. C'è culo e culo insomma.

Agli inizi d'agosto vedemmo le inutili capitozzate inferte a un oleandro davanti al panificio. Passato un mese ecco che non contenti della prima mala-opera hanno deciso di concludere il danno. Chi sia stato  a fare il danno è ignoto ma una mezza idea ce l'abbiamo. Mai visto potare gli alberi il mese di agosto ma le madamine ambientaliste della maggioranza hanno emessa un'altra ordinanza contro i cittadini colpevoli di non tagliare l'erba nei propri giardini, lungo i muretti di cinta e nemmeno le fresche frasche aggettanti. Pene previste per i contravventori da 25 a 500 euro. Già: alla faccia di chi coltiva la biodiversità. E con le facciate di certi fabbricati alle Crocette come la mettiamo? E con quelle della chiesa a nord come la mettiamo? E con la pavimentazione dell'ax area mercato come la mettiamo? E quegli edifici che stanno sorgendo numerosi qui e la che paiono usciti da una palestra di bodybuilding quelli vanno bene perché consentono di incassare soldini per fare della carità elettoralmente utile? Mostricciattoli fuori scala rispetto al contesto per una “oculata dimenticanza” della vostra maggioranza di ridurre quanto previsto da una pessima legge regionale? Il brutto è solo dei poveri mentre i ricchi se la filano via liscia? .