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LE OPINIONI DEGLI ALTRI
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ELEZIONI: I CITTADINI NON HANNO DIRITTO DI PAROLA
Osservando quella cosa che sembra la “pagina dei morti” a imitazione di
l'ecodibergamo che sono i due manifesti coi candidati consiglieri e
sindaci, in entrambe le liste balza immediatamente all'occhio che ci
sono – adesso parliamo di Vivere Curno- ce ne sono quattro: Rota
Bellezza Pelliccioli e Rizzo che hanno alle spalle una o due tornate
consigliari e stanno nei primi posti. Passando alla pagina dei morti
della concorrenza ecco illustrati anche qui un bel pacchetto di anziani
ex frequentatori del consiglio comunale: Bugini Cavagna e Locatelli
Giovanni con almeno due tornate. Segue Innocenti con una sola tornata e
poi Fassi che se non ne ha tre sicuramente ne ha due ma talmente
lontane da essersi meritato anche la pensione (come ex consigliere).
Non senza avere giocato la carta di diventare leader curnese dei…
grillini. Subito cacciato.
Voglio dire che qualunque sia la lista vincente- di sicuro questi
“anziani” ex consiglieri saranno sempre in prima fila come preferenze.
Quindi sicuramente eletti. Ragione per cui vincesse Vivere Curno ci
saranno (oltre al delfino della sindaca uscente come sindaco) di sicuro
Bellezza Rota Pelliccioli (l'unico che conosce qualcosa di urbanistica
e lavori pubblici in quanto ex sindaco di Mozzo) e Rizzo (l'unica che
sa far di conto nella combriccola…) e poi il resto trattasi di un bel
gregge di neofiti i quali non si sono mai visti a una seduta
consigliare o partecipare a un minimo di dibattito pubblico che non
fossero pure battute da osteria. Siccome la giunta è composta da 4+1 ci
saranno di sicuro la Rota e la Rizzo poi ci sarà Pelliccioli e se la
giocano Bellezza e il direttore laico dell'oratorio Ravasio. Vincesse
Obiettivo Curno a fianco del sindaco Giovanni Locatelli ci saranno di
sicuro Bugini e Cavagna ed a seguire una bella battaglia tra Innocenti
e Fassi.
(...)
NESSUNA LISTA INDICA AL PAESE UN FUTURO DIFFERENTE DALLA MONOCOLTURA COMMERCIALE
Il Comune di Curno ha una superficie di 470 ettari. E' l'unico comune
della bergamasca (e forse anche d'Italia) che ha al centro della sua
estensione un'area a destinazione pubblica di 25 ettari, dei quali solo
5 sono ancora di proprietà privata. Questi 25 ettari vanno da via
Carlinga dove esistono le due scuole dell'obbligo, la biblioteca e
l'auditorium, (ci possiamo mettere anche il cimitero), c'è un centro
sportivo CVI1, un complesso di edilizia popolare, poi ci sono 5 5
ettari di proprietà privata genericamente destinati nel PGT a “orto
botanico” ed a seguire il vivaio ERSAF (metà del quale è inutilizzato!)
e poi i giardini del quartiere Briaschi ed a nord l'area libera su via
Marconi. Fanno venticinque ettari destinati a diventare qualcosa di
simile ad un orto botanico. Bisogna aggiungere che subito a nord
esiste anche l'area pubblica dell'ex scuola Rodari tuttora di incerto
destino.
Per capire i rapporti dimensionali basti pensare che l'area
commerciale lungo via Fermi ed Europa tra le vie Curnasco e la SP470 ha
la stessa superficie: 25 ettari.
Anche in questa campagna elettorale le due liste concorrenti non hanno
messo al centro della prospettiva del paese il destino di questa enorme
area a destinazione pubblica. Nessuna delle due liste concorrenti ha
dato qualche indicazione per dare al paese un futuro differente che non
sia commerciale così come venne deciso lontano da Curno – negli anni
'70- dalla dc, dal psi e dal pci dietro dictat dei rispettivi
finanziatori: la Fiat e la Lega delle cooperative. Qualche volta
assieme com'è avvenuto a Curno nei primi cinque anni: due per la
costruzione e tre post apertura.
(...)
NOVE IDEE POSSIBLI
Il paese deve darsi un futuro diverso da quello legato alla monocoltura
commerciale e per farlo deve trovare spazi e risorse pubbliche e
private anziché stare seduti in giunta ad aspettare gli operatori
commerciali... che poi sono solo delle immobiliari.
A nostro avviso ci sono diversi indirizzi su cui lavorare.
Il primo è sviluppare l'idea dell'orto botanico. Vale a dire trovare
con un concorso di livello europeo “il che fare e con che fondi” per
trasformare la vasta area tra via Carlinga fino ai Briaschi in un
motore di sviluppo che abbia al centro la scuola, la ricerca, il verde
a fruizione estesa, l'utilizzo promiscuo degli standard del centro
commerciale (parcheggi). Questo consentirebbe l'afflusso di popolazione
giovane che lavora nell'insieme ed occupa la residenza oggi abbandonata
del centro storico.
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ELEZIONI: I CITTADINI NON HANNO DIRITTO DI PAROLA
Osservando quella cosa che sembra la “pagina dei morti” a imitazione di
l'ecodibergamo che sono i due manifesti coi candidati consiglieri e
sindaci, in entrambe le liste balza immediatamente all'occhio che ci
sono – adesso parliamo di Vivere Curno- ce ne sono quattro: Rota
Bellezza Pelliccioli e Rizzo che hanno alle spalle una o due
tornate consigliari e stanno nei primi posti. Passando alla pagina dei
morti della concorrenza ecco illustrati anche qui un bel pacchetto di
anziani ex frequentatori del consiglio comunale: Bugini Cavagna e
Locatelli Giovanni con almeno due tornate. Segue Innocenti con una sola
tornata e poi Fassi che se non ne ha tre sicuramente ne ha due ma
talmente lontane da essersi meritato anche la pensione (come ex
consigliere). Non senza avere giocato la carta di diventare leader
curnese dei… grillini. Subito cacciato.
Voglio dire che qualunque sia la lista vincente- di sicuro questi
“anziani” ex consiglieri saranno sempre in prima fila come preferenze.
Quindi sicuramente eletti. Ragione per cui vincesse Vivere Curno ci
saranno (oltre al delfino della sindaca uscente come sindaco) di sicuro
Bellezza Rota Pelliccioli (l'unico che conosce qualcosa di
urbanistica e lavori pubblici in quanto ex sindaco di Mozzo) e Rizzo
(l'unica che sa far di conto nella combriccola…) e poi il resto
trattasi di un bel gregge di neofiti i quali non si sono mai
visti a una seduta consigliare o partecipare a un minimo di dibattito
pubblico che non fossero pure battute da osteria. Siccome la giunta è
composta da 4+1 ci saranno di sicuro la Rota e la Rizzo poi ci sarà
Pelliccioli e se la giocano Bellezza e il direttore laico dell'oratorio
Ravasio. Vincesse Obiettivo Curno a fianco del sindaco Giovanni
Locatelli ci saranno di sicuro Bugini e Cavagna ed a seguire una bella
battaglia tra Innocenti e Fassi.
Come si vede queste due liste arrivano alle elezioni senza avere mai
convocato una assemblea pubblica a tema nella quale i candidati parlino
poco ed ascoltino molto i cittadini. Siano la lista dell'oratorio siano
la lista di destra i candidati consiglieri e sindaci ritengono di
dovere INONDARE gli sfortunati cittadini presenti almeno per curiosità,
INONDANO ed ANNEGANO questi pochi sfortunati cittadini sotto una
valanga di sovra esposizione del proprio ego. Il bello è che sono anche
convinti di avere fatto del bene: sempre per seguire il consiglio
biblico che la mano destra non deve sapere ecc. ecc. Leggermente
narcisi.
La faccenda è che dei tredici concorrenti di ciascuna lista ve ne sono
almeno 7-8 se non anche 9-10 che non conoscono il secondo articolo
della Costituzione. Non conoscono le leggi urbanistiche e quelle della
salute e welfare della Regione. Non hanno mai letto nemmeno una riga
della legge sugli appalti per non parlare della legge sulla contabilità
e i bilanci degli enti locali.
Questi sono destinati nel caso approdassero in consiglio a fare i
burattini che alzano la manina a comando esattamente come hanno fatto
quelli della lista Gamba che non si sono neanche accorti per una due
tre volte della mega cappellata che sono stati i PEF del CVI2 e di
tutto il contorno a quella vicenda. Per citare il più famoso.
Fossero state persone informate, anche se della maggioranza, fossero
state “uomini e donne” con la U e la E maiuscole al secondo PEF si
sarebbero alzati ed avrebbero preso per le orecchie (come facevano i
maestri di una volta…) ed accompagnato la sindaca assieme alla
segretaria comunale ed alla dirigente dell'ufficio servizi sociali – le
avrebbero condotte fuori aula e mandate a casa.
Invece hanno assistiti silenziosi alla tragedia che ha affossato il CVI2.
Che ha mazzuolato il volontariato del GS Marigolda.
Fino al cantiere ancora fermo da mesi.
Quello che non hanno capito ne la Serra ne la Gamba ne oggi il delfino
Saccogna e il sempiterno Giovanni Locatelli è che non ci improvvisa
consiglieri solo perché si è guidato l'auto del trasporto amico o si
sono raccolti i rami degli alberi tempestati.
Oggi un consigliere comunale deve fare i conti non con le torte in un
pomeriggio di quasi estate nei giardini pubblici ma con studi
agguerriti che ti scodellano idee e proposte che… o sei preparato o fai
la figura del pollo.
Il fatto stesso che nessuna delle due liste si sia confrontata in delle
assemblee pubbliche cogli elettori e preferisca questi giochetti nei
parchi, gli aperitivi, i gazebo: vale a dire giocare di bassa lega
sfruttando ignoranza e la disinformazione storica del cittadino per
imbibirlo di coglionate non accade per caso. Se sei impreparato non hai
il coraggio di andare in una assemblea dove rischi di trovarti uno che
ti massacra per conoscenza professionalità scienza.
Questa è gente che confonde la politica coi talkshow .
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NESSUNA LISTA INDICA AL PAESE UN FUTURO DIFFERENTE DALLA MONOCOLTURA COMMERCIALE
Il Comune di Curno ha una superficie di 470 ettari. E' l'unico comune
della bergamasca (e forse anche d'Italia) che ha al centro della
sua estensione un'area a destinazione pubblica di 25 ettari, dei quali
solo 5 sono ancora di proprietà privata. Questi 25 ettari vanno da via
Carlinga dove esistono le due scuole dell'obbligo, la biblioteca e
l'auditorium, (ci possiamo mettere anche il cimitero), c'è un centro
sportivo CVI1, un complesso di edilizia popolare, poi ci sono 5 5
ettari di proprietà privata genericamente destinati nel PGT a “orto
botanico” ed a seguire il vivaio ERSAF (metà del quale è inutilizzato!)
e poi i giardini del quartiere Briaschi ed a nord l'area libera su via
Marconi. Fanno venticinque ettari destinati a diventare qualcosa di
simile ad un orto botanico. Bisogna aggiungere che subito a nord
esiste anche l'area pubblica dell'ex scuola Rodari tuttora di incerto
destino.
Per capire i rapporti dimensionali basti pensare che l'area
commerciale lungo via Fermi ed Europa tra le vie Curnasco e la SP470 ha
la stessa superficie: 25 ettari.
Anche in questa campagna elettorale le due liste concorrenti non hanno
messo al centro della prospettiva del paese il destino di questa enorme
area a destinazione pubblica. Nessuna delle due liste concorrenti ha
dato qualche indicazione per dare al paese un futuro differente che non
sia commerciale così come venne deciso lontano da Curno – negli anni
'70- dalla dc, dal psi e dal pci dietro dictat dei rispettivi
finanziatori: la Fiat e la Lega delle cooperative. Qualche volta
assieme com'è avvenuto a Curno nei primi cinque anni: due per la
costruzione e tre post apertura.
Non passa nemmeno per l'anticamera della testa alla nostra classe
politica l'idea di usare questi 25 ettari come motore di sviluppo se
non alternativo alla monocoltura commerciale perlomeno come robusto
contendente al commerciale che veda forti investimenti pubblici –
europei nazionali e regionali- perché questo spazio venga utilizzato
per la scuola, la ricerca, un turismo culturale ed infine anche come
verde accessibile alla popolazione visto che il paese ha tanti “buchi”
ma nessun giardino o parco.
I politici locali non hanno nemmeno “filato” l'occasione del PNRR salvo
trastullarsi nella villetta dentro quel buco che è il giardino di via
Marconi. Una miopia talmente grande che non hanno nemmeno investito su
un edificio pubblico significativo –per esempio il municipio o una
scuola- coll'intervento locale dei fondi PNRR.
La politica curnese quando c'è da fare un passo avanti ne fa
sempre due indietro: tanto da meritarsi il soprannome di quelli che
promettono sempre di fare ma non fanno mai.
Non ci credono e soprattutto mirano a una spesa clientelare di immediato ritorno elettorale.
Non passa nemmeno per la testa di questa classe politica l'idea che un
paese diventa più ricco (in tutti i sensi) soltanto se muta la
sua prospettiva: passare da un tipo di attività ed occupazione
dove prevale il parti time e il lavoro poco qualificato a qualcosa
capace di produrre maggiore valore aggiunto per addetto.
Evidente che un'area di quella grandezza non ci si può mettere mano
soltanto con la modesta finanza locale: Curno può al massimo
mettere a disposizione le aree ma è evidente che il necessario deve
venire da livello europeo nazionale e regionale. Se non altro vista
com'è ripartita l'IMU. Un altro aspeto della questione è che deve
esistere una volontà comune nelle forze politiche di perseguire
UN disegno di svincolare quanto più possibile il destino del paese dal
grande commerciale fisso: ormai diventato meta di una società di vecchi.
Leggendo i due programmi elettorali ci si rende conto che alla
fine il comune è un soggetto che emette a raffica determinazioni per
aiutare questo quello quell'altro e quando fa finta di programmare
–pensiamo a quanto successo col TS2 e il TS1- sta seduto ad aspettare
che il privato si muova per raccattare qualche briciola di più
del dovuto: vedi i cento pezzetti di piste ciclabili.
Io continuo sempre a pensare a due pezzi di storia locale. Il
primo riguarda quei “poveretti” del medioevo che decisero di scavare
partendo da Albino una grande roggia perchè adducesse l’acqua buona
alla città ed alle sue campagne. La carta di quella roggia e delle sue
derivate la trovate sul sito del Consorzio di Bonifica. Mai possibile
che una società dove erano pressoché tutti analfabeti, non avevano
ruspe e gps sia stata capace di progettare e realizzare un’opera del
genere – tutta finanziata coi soldi pubblici- mentre i geni di oggi
stanno in municipio ad aspettare che arrivi in ufficio l’operatore di
turno per ritagliarsi qualcosa di più del dovuto?.
Il secondo episodio della nostra storia riguarda l’istituzione con
decreto regio del 07 marzo 1920 della Stazione sperimentale di
Maiscoltura. Chi ha una buona infarinatura di storia patria ricorderà
che il biennio 1919-1920 è noto come il “biennio rosso” per le
motivazioni e i fatti ormai approfonditi in migliaia di opere.
Ricorderà che l’Italia era reduce della pandemia di spagnola che
ammazzò 650mila italiani (per lo più giovani). Pochi anni prima aveva
combattuto e vinto la prima guerra mondiale che costò 650mila morti in
guerra mondiale o come conseguenza della stessa.
Non era ancora l’Italia fascista che si sarebbe concretizzata con la
marcia su Roma: una manifestazione armata eversiva organizzata dal
Partito Nazionale Fascista (PNF), volta al colpo di Stato con
l'obiettivo di favorire l'ascesa di Benito Mussolini alla guida del
governo in Italia. Il 28 ottobre 1922 migliaia di fascisti si diressero
sulla capitale minacciando la presa del potere con la violenza.
Ebbene: in due periodi storici nei quali nessuno di noi sognerebbe di
vivere oggi ci furono delle intelligenze che progettarono queste opere.
Oggi non riescono neppure a raddoppiare del tutto la ferrovia tra Bergamo e Ponte san Pietro.
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NOVE IDEE POSSIBLI
Il paese deve darsi un futuro diverso da quello legato alla monocoltura
commerciale e per farlo deve trovare spazi e risorse pubbliche e
private anziché stare seduti in giunta ad aspettare gli operatori
commerciali... che poi sono solo delle immobiliari.
A nostro avviso ci sono diversi indirizzi su cui lavorare.
Il primo è sviluppare l'idea dell'orto botanico. Vale a dire trovare
con un concorso di livello europeo “il che fare e con che fondi”
per trasformare la vasta area tra via Carlinga fino ai
Briaschi in un motore di sviluppo che abbia al centro la scuola, la
ricerca, il verde a fruizione estesa, l'utilizzo promiscuo degli
standard del centro commerciale (parcheggi). Questo consentirebbe
l'afflusso di popolazione giovane che lavora nell'insieme ed occupa la
residenza oggi abbandonata del centro storico.
Il secondo indirizzo è cambiare il destino di buona parte degli
insediamenti a nord di via Bergamo prevedendo di trasformarli in
residenza ad alta densità e bassa altezza visto che stanno davanti alle
colline. In questo modo si elimina l'infezione del traffico indotto
nella zona che poi si spande anche sul resto del paese.
Il terzo indirizzo è quello di sviluppare l'artigianato e l'industria
nell'area tra via Curnasco fino al passaggio a livello attorno alla
bretella che collegherà via Fermi tramite via Ruffilli alla rotonda
dell'ospedale.
Un quarto indirizzo sono le ristrutturazioni di quelle parti di
territorio urbanizzato prive di marciapiedi parcheggi verde di
quartiere. La Merena. Le Crocette. Il quadrilatero De Amicis- -2 Giugno
-Repubblica -C. Battisti. Il pezzo di paese tra la ferrovia e via
Marconi.
Un quinto indirizzo sarebbe un intervento sul fiume Brembo in modo da
creare una serie di traversini che formano a monte dei laghetti
stabili in modo che quell'ambiente migliori la performance climatica e
antropica dell'insieme.
Il sesto indirizzo. Non l'ha prescritto il dottore che le Poste debbano
stare alle Crocette. Quindi trasformare il complesso della c.d.
palazzina del donatore in un palazzo che ospiti il municipio, le poste,
la farmacia, gli studi medici che lo vogliono, una banca, le sedi dei
patronati. Insomma un centro pubblico&privato dove il cittadino non
ancora digitalizzato si reca per le pratiche necessarie.
Il settimo indirizzo. Il Comune trasforma la vecchia Rodari in una
scuola materna e la scambia alla pari coll'edifico dell'attuale san
Giovanni Bosco. Non c'è compravendita ma solo affitto a prezzo
simbolico. La gestione resta sempre la stessa. In questo modo il Comune
ha un edificio per la propria scuola materna.
L'ottavo indirizzo è sul raddoppio delle corse sulla rete RFI. (1)
Bretella da via Ruffilli alla rotonda dell'ospedale (2) creazione di
una rotonda su via Roma-via Buelli grande 2/3 di quella delle Crocette
e percorso parzialmente interrato fino a via Manzù (3) creazione di una
piazza sotto l'attuale Pl di via Roma (4) coppia di scale mobili
per bypassare l'attuale Pl di via Roma che ha la piazza 3 come
punto di approdo (5) abolizione del Pl di via Fermi e creazione di un
sottopasso pedonale e ciclabile da via Donizetti verso la bretella
Esselunga.
Il nono indirizzo. Il CVI2 si integra col verde di via Veneto e si
pedonalizza il tratto di via Abruzzi. Abolizione del campo di calcio e
trasformazione in parco. Demolizione e rifacimento spogliatoi e bar. Il
campo di calcio si sposta lungo il fiume sull'ex sedime del frantoio
Cavagna dotandolo di adeguati parcheggi (anche per la pista ciclabile).
Insomma ci sarebbe da lavorare parecchio.
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