A GUARDARE ALLE COLLINE  02 GIUGNO 2022

























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















LE OPINIONI DEGLI ALTRI

ELEZIONI: I CITTADINI NON HANNO DIRITTO DI PAROLA
Osservando quella cosa che sembra la “pagina dei morti” a imitazione di l'ecodibergamo che sono i due manifesti coi candidati consiglieri e sindaci, in entrambe le liste balza immediatamente all'occhio che ci sono – adesso parliamo di Vivere Curno- ce ne sono quattro: Rota Bellezza Pelliccioli e Rizzo che hanno alle spalle una o due  tornate consigliari e stanno nei primi posti. Passando alla pagina dei morti della concorrenza ecco illustrati anche qui un bel pacchetto di anziani ex frequentatori del consiglio comunale: Bugini Cavagna e Locatelli Giovanni con almeno due tornate. Segue Innocenti con una sola tornata e poi Fassi che se non ne ha tre sicuramente ne ha due ma talmente lontane da essersi meritato anche la pensione (come ex consigliere). Non senza avere giocato la carta di diventare leader curnese dei… grillini. Subito cacciato.
Voglio dire che qualunque sia la lista vincente- di sicuro questi “anziani” ex consiglieri saranno sempre in prima fila come preferenze. Quindi sicuramente eletti. Ragione per cui vincesse Vivere Curno ci saranno (oltre al delfino della sindaca uscente come sindaco) di sicuro Bellezza Rota Pelliccioli  (l'unico che conosce qualcosa di urbanistica e lavori pubblici in quanto ex sindaco di Mozzo) e Rizzo (l'unica che sa far di conto nella combriccola…) e poi il resto trattasi di un bel gregge di neofiti  i quali non si sono mai visti a una seduta consigliare o partecipare a un minimo di dibattito pubblico che non fossero pure battute da osteria. Siccome la giunta è composta da 4+1 ci saranno di sicuro la Rota e la Rizzo poi ci sarà Pelliccioli e se la giocano Bellezza e il direttore laico dell'oratorio Ravasio. Vincesse Obiettivo Curno a fianco del sindaco Giovanni Locatelli ci saranno di sicuro Bugini e Cavagna ed a seguire una bella battaglia tra Innocenti e Fassi.
(...)

NESSUNA LISTA INDICA AL PAESE UN FUTURO DIFFERENTE DALLA MONOCOLTURA COMMERCIALE
Il Comune di Curno ha una superficie di 470 ettari. E' l'unico comune della bergamasca (e forse anche d'Italia) che ha  al centro della sua estensione un'area a destinazione pubblica di 25 ettari, dei quali solo 5 sono ancora di proprietà privata. Questi 25 ettari vanno da via Carlinga dove esistono le due scuole dell'obbligo, la biblioteca e l'auditorium, (ci possiamo mettere anche il cimitero), c'è un centro sportivo CVI1, un complesso di edilizia popolare, poi ci sono 5  5 ettari di proprietà privata genericamente destinati nel PGT a “orto botanico” ed a seguire il vivaio ERSAF (metà del quale è inutilizzato!) e poi i giardini del quartiere Briaschi ed a nord l'area libera su via Marconi. Fanno venticinque ettari destinati a diventare qualcosa di simile ad un orto botanico. Bisogna  aggiungere che subito a nord esiste anche l'area pubblica dell'ex scuola Rodari tuttora di incerto destino.
Per capire  i rapporti dimensionali basti pensare che l'area commerciale lungo via Fermi ed Europa tra le vie Curnasco e la SP470 ha la stessa superficie: 25 ettari.

Anche in questa campagna elettorale le due liste concorrenti non hanno messo al centro della prospettiva del paese il destino di questa enorme area a destinazione pubblica. Nessuna delle due liste concorrenti ha dato qualche indicazione per dare al paese un futuro differente che non sia commerciale così come venne deciso lontano da Curno – negli anni '70- dalla dc, dal psi e dal pci dietro dictat dei rispettivi finanziatori: la Fiat e la Lega delle cooperative. Qualche volta assieme com'è avvenuto a Curno nei primi  cinque anni: due per la costruzione e tre post apertura.
(...)

NOVE IDEE POSSIBLI
Il paese deve darsi un futuro diverso da quello legato alla monocoltura commerciale e per farlo deve trovare spazi e risorse pubbliche e private anziché stare seduti in giunta ad aspettare gli operatori commerciali... che poi sono solo delle immobiliari.
A nostro avviso ci sono diversi indirizzi su cui lavorare.
Il primo è sviluppare l'idea dell'orto botanico. Vale a dire trovare con un concorso di livello europeo “il che fare e con che fondi” per  trasformare la vasta area  tra via Carlinga fino ai Briaschi in un motore di sviluppo che abbia al centro la scuola, la ricerca, il verde a fruizione estesa, l'utilizzo promiscuo degli standard del centro commerciale (parcheggi). Questo consentirebbe l'afflusso di popolazione giovane che lavora nell'insieme ed occupa la residenza oggi abbandonata del centro storico.

















































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!




































































































































































































































ELEZIONI: I CITTADINI NON HANNO DIRITTO DI PAROLA
Osservando quella cosa che sembra la “pagina dei morti” a imitazione di l'ecodibergamo che sono i due manifesti coi candidati consiglieri e sindaci, in entrambe le liste balza immediatamente all'occhio che ci sono – adesso parliamo di Vivere Curno- ce ne sono quattro: Rota Bellezza Pelliccioli e Rizzo che hanno alle spalle una o due  tornate consigliari e stanno nei primi posti. Passando alla pagina dei morti della concorrenza ecco illustrati anche qui un bel pacchetto di anziani ex frequentatori del consiglio comunale: Bugini Cavagna e Locatelli Giovanni con almeno due tornate. Segue Innocenti con una sola tornata e poi Fassi che se non ne ha tre sicuramente ne ha due ma talmente lontane da essersi meritato anche la pensione (come ex consigliere). Non senza avere giocato la carta di diventare leader curnese dei… grillini. Subito cacciato.
Voglio dire che qualunque sia la lista vincente- di sicuro questi “anziani” ex consiglieri saranno sempre in prima fila come preferenze. Quindi sicuramente eletti. Ragione per cui vincesse Vivere Curno ci saranno (oltre al delfino della sindaca uscente come sindaco) di sicuro Bellezza Rota Pelliccioli  (l'unico che conosce qualcosa di urbanistica e lavori pubblici in quanto ex sindaco di Mozzo) e Rizzo (l'unica che sa far di conto nella combriccola…) e poi il resto trattasi di un bel gregge di neofiti  i quali non si sono mai visti a una seduta consigliare o partecipare a un minimo di dibattito pubblico che non fossero pure battute da osteria. Siccome la giunta è composta da 4+1 ci saranno di sicuro la Rota e la Rizzo poi ci sarà Pelliccioli e se la giocano Bellezza e il direttore laico dell'oratorio Ravasio. Vincesse Obiettivo Curno a fianco del sindaco Giovanni Locatelli ci saranno di sicuro Bugini e Cavagna ed a seguire una bella battaglia tra Innocenti e Fassi.

Come si vede queste due liste arrivano alle elezioni senza avere mai convocato una assemblea pubblica a tema nella quale i candidati parlino poco ed ascoltino molto i cittadini. Siano la lista dell'oratorio siano la lista di destra i candidati consiglieri e sindaci ritengono di dovere INONDARE gli sfortunati cittadini presenti almeno per curiosità, INONDANO ed ANNEGANO questi pochi sfortunati cittadini sotto una valanga di sovra esposizione del proprio ego. Il bello è che sono anche convinti di avere fatto del bene: sempre per seguire il consiglio biblico  che la mano destra non deve sapere ecc. ecc. Leggermente narcisi.

La faccenda è che dei tredici concorrenti di ciascuna lista ve ne sono almeno 7-8 se non anche 9-10 che non conoscono il secondo articolo della Costituzione. Non conoscono le leggi urbanistiche e quelle della salute e welfare della Regione. Non hanno mai letto nemmeno una riga della legge sugli appalti per non parlare della legge sulla contabilità e i bilanci degli enti locali.
Questi sono destinati nel caso approdassero in consiglio a fare i burattini che alzano la manina a comando esattamente come hanno fatto quelli della lista Gamba che non si sono neanche accorti per una due tre volte della mega cappellata che sono stati i PEF del CVI2 e di tutto il contorno a quella vicenda. Per citare il più famoso.

Fossero state persone informate, anche se della maggioranza, fossero state “uomini e donne” con la U e la E maiuscole al secondo PEF si sarebbero alzati ed avrebbero preso per le orecchie (come facevano i maestri di una volta…) ed accompagnato la sindaca assieme alla segretaria comunale ed alla dirigente dell'ufficio servizi sociali – le avrebbero condotte fuori aula e mandate a casa.
Invece hanno assistiti silenziosi alla tragedia che ha affossato il CVI2.
Che ha mazzuolato il volontariato del GS Marigolda.
Fino al cantiere ancora fermo da mesi.

Quello che non hanno capito ne la Serra ne la Gamba ne oggi il delfino Saccogna e il sempiterno Giovanni Locatelli è che non ci improvvisa consiglieri solo perché si è guidato l'auto del trasporto amico o si sono raccolti i rami degli alberi tempestati.
Oggi un consigliere comunale deve fare i conti non con le torte in un pomeriggio di quasi estate nei giardini pubblici ma con studi agguerriti che ti scodellano idee e proposte che… o sei preparato o fai la figura del pollo.

Il fatto stesso che nessuna delle due liste si sia confrontata in delle assemblee pubbliche cogli elettori e preferisca questi giochetti nei parchi, gli aperitivi, i gazebo: vale a dire giocare di bassa lega sfruttando ignoranza e la disinformazione storica del cittadino per imbibirlo di coglionate non accade per caso. Se sei impreparato non hai il coraggio di andare in una assemblea dove rischi di trovarti uno che ti massacra per conoscenza professionalità scienza.
Questa è gente che confonde la politica coi talkshow .

NESSUNA LISTA INDICA AL PAESE UN FUTURO DIFFERENTE DALLA MONOCOLTURA COMMERCIALE
Il Comune di Curno ha una superficie di 470 ettari. E' l'unico comune della bergamasca (e forse anche d'Italia) che ha  al centro della sua estensione un'area a destinazione pubblica di 25 ettari, dei quali solo 5 sono ancora di proprietà privata. Questi 25 ettari vanno da via Carlinga dove esistono le due scuole dell'obbligo, la biblioteca e l'auditorium, (ci possiamo mettere anche il cimitero), c'è un centro sportivo CVI1, un complesso di edilizia popolare, poi ci sono 5  5 ettari di proprietà privata genericamente destinati nel PGT a “orto botanico” ed a seguire il vivaio ERSAF (metà del quale è inutilizzato!) e poi i giardini del quartiere Briaschi ed a nord l'area libera su via Marconi. Fanno venticinque ettari destinati a diventare qualcosa di simile ad un orto botanico. Bisogna  aggiungere che subito a nord esiste anche l'area pubblica dell'ex scuola Rodari tuttora di incerto destino.
Per capire  i rapporti dimensionali basti pensare che l'area commerciale lungo via Fermi ed Europa tra le vie Curnasco e la SP470 ha la stessa superficie: 25 ettari.

Anche in questa campagna elettorale le due liste concorrenti non hanno messo al centro della prospettiva del paese il destino di questa enorme area a destinazione pubblica. Nessuna delle due liste concorrenti ha dato qualche indicazione per dare al paese un futuro differente che non sia commerciale così come venne deciso lontano da Curno – negli anni '70- dalla dc, dal psi e dal pci dietro dictat dei rispettivi finanziatori: la Fiat e la Lega delle cooperative. Qualche volta assieme com'è avvenuto a Curno nei primi  cinque anni: due per la costruzione e tre post apertura.

Non passa nemmeno per l'anticamera della testa alla nostra classe politica l'idea di usare questi 25 ettari come motore di sviluppo se non alternativo alla monocoltura commerciale perlomeno come robusto contendente al commerciale che  veda forti investimenti pubblici – europei nazionali e regionali- perché questo spazio venga utilizzato per la scuola, la ricerca, un turismo culturale ed infine anche come verde accessibile alla popolazione visto che il paese ha tanti “buchi” ma nessun giardino o parco.
I politici locali non hanno nemmeno “filato” l'occasione del PNRR salvo trastullarsi nella villetta dentro quel buco che è il giardino di via Marconi. Una miopia talmente grande che non hanno nemmeno investito su un edificio pubblico significativo –per esempio il municipio o una scuola- coll'intervento locale dei fondi PNRR.
La politica curnese  quando c'è da fare un passo avanti ne fa sempre due indietro: tanto da meritarsi il soprannome di quelli che promettono sempre di fare ma non fanno mai.
Non ci credono e soprattutto mirano a una spesa clientelare di immediato ritorno elettorale.
Non passa nemmeno per la testa di questa classe politica l'idea che un paese diventa  più ricco (in tutti i sensi) soltanto se muta la sua prospettiva: passare da un  tipo di attività ed occupazione dove prevale il parti time e il lavoro poco qualificato a qualcosa capace di produrre maggiore valore aggiunto per addetto.

Evidente che un'area di quella grandezza non ci si può mettere mano soltanto con la modesta finanza locale: Curno  può al massimo mettere a disposizione le aree ma è evidente che il necessario deve venire da livello europeo nazionale e regionale. Se non altro vista com'è ripartita l'IMU. Un altro aspeto  della questione è che deve esistere una volontà comune  nelle forze politiche di perseguire UN disegno di svincolare quanto più possibile il destino del paese dal grande commerciale fisso: ormai diventato meta di una società di vecchi.

Leggendo i  due programmi elettorali ci si rende conto che alla fine il comune è un soggetto che emette a raffica determinazioni per aiutare questo quello quell'altro e quando fa finta di programmare –pensiamo a quanto successo col TS2 e il TS1- sta seduto ad aspettare che il privato si muova per raccattare qualche briciola  di più del dovuto: vedi i cento pezzetti di piste ciclabili.

Io continuo sempre a pensare a due pezzi di storia locale.  Il primo riguarda quei “poveretti” del medioevo che decisero di scavare partendo da Albino una grande roggia perchè adducesse l’acqua buona alla città ed alle sue campagne. La carta di quella roggia e delle sue derivate la trovate sul sito del Consorzio di Bonifica. Mai possibile che una società dove erano pressoché tutti analfabeti, non avevano ruspe e gps sia stata capace di progettare e realizzare un’opera del genere – tutta finanziata coi soldi pubblici- mentre i geni di oggi stanno in municipio ad aspettare che arrivi in ufficio l’operatore di turno per ritagliarsi qualcosa di più del dovuto?.
Il secondo episodio della nostra storia riguarda l’istituzione con decreto  regio del 07 marzo 1920 della Stazione sperimentale di Maiscoltura. Chi ha una buona infarinatura di storia patria ricorderà che il biennio 1919-1920  è noto come il “biennio rosso” per le motivazioni  e i fatti ormai approfonditi in migliaia di opere. Ricorderà che l’Italia era reduce della pandemia di spagnola che ammazzò 650mila italiani (per lo più giovani). Pochi anni prima aveva combattuto e vinto la prima guerra mondiale che costò 650mila morti in guerra mondiale o come conseguenza della stessa.
Non era ancora l’Italia fascista che si sarebbe concretizzata con la marcia su Roma: una manifestazione armata eversiva organizzata dal Partito Nazionale Fascista (PNF), volta al colpo di Stato con l'obiettivo di favorire l'ascesa di Benito Mussolini alla guida del governo in Italia. Il 28 ottobre 1922 migliaia di fascisti si diressero sulla capitale minacciando la presa del potere con la violenza.
Ebbene: in due periodi storici nei quali nessuno di noi sognerebbe di vivere oggi ci furono delle intelligenze che progettarono queste opere.
Oggi non riescono neppure a raddoppiare del tutto la ferrovia tra Bergamo e Ponte san Pietro.


NOVE IDEE POSSIBLI
Il paese deve darsi un futuro diverso da quello legato alla monocoltura commerciale e per farlo deve trovare spazi e risorse pubbliche e private anziché stare seduti in giunta ad aspettare gli operatori commerciali... che poi sono solo delle immobiliari.
A nostro avviso ci sono diversi indirizzi su cui lavorare.
Il primo è sviluppare l'idea dell'orto botanico. Vale a dire trovare con un concorso di livello europeo “il che fare e con che fondi” per  trasformare la vasta area  tra via Carlinga fino ai Briaschi in un motore di sviluppo che abbia al centro la scuola, la ricerca, il verde a fruizione estesa, l'utilizzo promiscuo degli standard del centro commerciale (parcheggi). Questo consentirebbe l'afflusso di popolazione giovane che lavora nell'insieme ed occupa la residenza oggi abbandonata del centro storico.
Il secondo indirizzo è cambiare il destino di buona parte degli insediamenti a nord di via Bergamo prevedendo di trasformarli in residenza ad alta densità e bassa altezza visto che stanno davanti alle colline. In questo modo si elimina l'infezione del traffico indotto nella zona che poi si spande anche sul resto del paese.
Il terzo indirizzo è quello di sviluppare l'artigianato e l'industria nell'area tra via Curnasco fino al passaggio a livello attorno alla bretella che collegherà via Fermi tramite via Ruffilli alla rotonda dell'ospedale.
Un quarto indirizzo sono le ristrutturazioni di quelle parti di territorio urbanizzato prive di marciapiedi parcheggi verde di quartiere. La Merena. Le Crocette. Il quadrilatero De Amicis- -2 Giugno -Repubblica -C. Battisti. Il pezzo di paese tra la ferrovia e via Marconi.
Un quinto indirizzo sarebbe un intervento sul fiume Brembo in modo da creare  una serie di traversini che formano a monte dei laghetti stabili in modo che quell'ambiente migliori la performance climatica e antropica dell'insieme.
Il sesto indirizzo. Non l'ha prescritto il dottore che le Poste debbano stare alle Crocette. Quindi trasformare  il complesso della c.d. palazzina del donatore in un palazzo che ospiti il municipio, le poste, la farmacia, gli studi medici che lo vogliono, una banca, le sedi dei patronati. Insomma un centro pubblico&privato dove il cittadino non ancora digitalizzato si reca per le pratiche necessarie.
Il settimo indirizzo. Il Comune trasforma la vecchia Rodari in una scuola materna e la scambia alla pari coll'edifico dell'attuale san Giovanni Bosco. Non c'è compravendita ma solo affitto a prezzo simbolico. La gestione resta sempre la stessa. In questo modo il Comune ha un edificio per la propria scuola materna.
L'ottavo indirizzo è sul raddoppio delle corse sulla rete RFI. (1) Bretella da via Ruffilli alla rotonda dell'ospedale (2) creazione di una rotonda su via Roma-via Buelli grande 2/3 di quella delle Crocette e percorso parzialmente interrato fino a via Manzù (3) creazione di una piazza sotto l'attuale Pl di via Roma (4) coppia di scale mobili per  bypassare l'attuale Pl di via Roma che ha la piazza 3 come punto di approdo (5) abolizione del Pl di via Fermi e creazione di un sottopasso pedonale e ciclabile da via Donizetti verso la bretella Esselunga.
Il nono indirizzo. Il CVI2 si integra col verde di via Veneto e si pedonalizza il tratto di via Abruzzi. Abolizione del campo di calcio e trasformazione in parco. Demolizione e rifacimento spogliatoi e bar. Il campo di calcio si sposta lungo il fiume sull'ex sedime del frantoio Cavagna dotandolo di adeguati parcheggi (anche per la pista ciclabile).
Insomma ci sarebbe da lavorare parecchio.